Proposta un’agenzia che si dovrà occupare di affitti bassi contro lo spopolamento, ma a che costo? Scopriamo insieme i requisiti.
Per contrastare lo spopolamento e attirare nuovi residenti, in particolare giovani, arriva l’agenzia comunale che metterà a disposizione appartamenti a basso costo. Questa iniziativa prevede l’affitto di abitazioni a chi trasferirà la residenza per un minimo di 5 anni. Si tratta di un’iniziativa che prende piede in queste ore nel comune di Ascoli e che ha avuto diverse reazioni.

Gli immobili saranno ricavati da edifici in fase di riqualificazione dislocati nel centro storico, in zone come Piazzarola e in alcune frazioni, tra cui Lisciano, Venagrande e Casette di Castel Trosino. Il canone mensile previsto si aggirerà tra i 200 e i 300 euro, per un totale di circa settanta alloggi. Ma da cosa nascerebbe l’esigenza che prende vita nel comune di Ascoli?
Contrasto allo spopolamento: l’iniziativa del comune di Ascoli
Obiettivo dell’agenzia è quello di invertire la tendenza allo spopolamento che ha caratterizzato gli ultimi quindici anni, durante i quali molti cittadini hanno abbandonato la città. Negli ultimi tempi, bisogna ammetterlo, si è registrata una parziale inversione di tendenza, con l’arrivo di nuovi residenti, anche se il saldo demografico resta negativo a causa di un numero di decessi superiore alle nascite.

Così l’amministrazione guidata da Marco Fioravanti – messe da parte le polemiche legate al 25 aprile – punta su questo nuovo progetto per valorizzare il territorio e rendere Ascoli una delle realtà urbane più dinamiche del Centro Italia, anche sotto il profilo dell’accoglienza turistica. Un’iniziativa che sembra però non incontrare esattamente i favori dei giovani ascolani fuori sede.
L’agenzia per gli affitti bassi viene bocciata dai giovani
Secondo quanto riportano le cronache locali, che hanno tastato il polso della situazione, molti giovani ascolani che vivono fuori città hanno espresso perplessità sull’efficacia dell’iniziativa. La principale criticità individuata è la mancanza di opportunità lavorative, in particolare nei settori tecnologici, culturali e creativi. L’offerta economica della città viene considerata insufficiente.

Infatti, a loro dire, per incentivare il ritorno stabile dei giovani, soprattutto di quelli con un alto livello di istruzione o impiegati in professioni moderne, non serve piazzare case a basso prezzo, ma occorrono scelte più importanti e strutturate. Insomma, gli affitti calmierati rappresentano sì un incentivo, ma non sono ritenuti una soluzione sufficiente.
Che cosa vogliono realmente i giovani ascolani fuori sede
Cosa serve dunque ad Ascoli? La scarsità di eventi culturali, la debolezza del tessuto produttivo e l’assenza di aziende innovative sono elementi che rendono il territorio poco attrattivo per chi desidera costruire un futuro professionale in linea con le proprie competenze. I giovani lamentano anche una povera offerta di servizi e una vita cittadina poco dinamica.
Insomma, pur rappresentando un passo importante nella lotta allo spopolamento, dovrà necessariamente essere affiancata da interventi strutturali sul fronte dell’occupazione, della formazione e della vivacità culturale. Senza un cambiamento profondo nell’ecosistema economico e sociale cittadino, sarà difficile trasformare gli affitti agevolati in una leva per tornare.