La Samb torna in Lega Pro e domenica in città è stata festa grande, in attesa di un possibile derby con l’Ascoli e con un tifoso di eccezione.
San Benedetto del Tronto è una città in festa, una delle prime in Italia a gioire in questo finale di stagione calcistica. Il motivo? La promozione in Serie C della Sambenedettese, un traguardo che va oltre il semplice successo sportivo: è un ritorno alla vita, un riscatto dopo anni di difficoltà, un simbolo di resilienza e di passione autentica.
Chi non vive una realtà di provincia come quella di San Benedetto del Tronto forse ha difficoltà a rendersi conto di quello che è accaduto nei giorni scorsi. Sono ben cinque i fallimenti nel nuovo millennio: nel 2006, 2009, 2013, e poi ancora negli anni successivi, una sequenza che avrebbe spezzato l’entusiasmo in qualunque altra piazza. Ma non a San Benedetto.
Ovvero una cittadina di meno di 50mila abitanti e abituata a ben altri palcoscenici, con una curva che negli anni ha dato spettacolo ed è stata da esempio. Più forte anche dei ricorsi arrivati a provare a rovinare la festa, la Samb torna nel posto che le spetta da sempre: quella del prossimo anno sarà la 68esima partecipazione nella Serie C, o qualunque sia stata la sua denominazione.
Del resto a questa città manca solo la Serie A, a fronte di ben 21 partecipazioni nella Serie B, tre campionati di Serie C vinti e anche una Coppa Italia di categoria nel palmares. Non dobbiamo avere paura di nasconderlo, infatti: questa squadra, pur non essendo mai stata nella massima serie italiana, ha un pubblico che a molte delle attuali tifoserie italiane di Serie A fa solo invidia.
Da qui la rivalità con l’Ascoli e la speranza che appunto nella prossima stagione arrivi un derby del Tronto che manca da quasi 40 anni. Intanto San Benedetto del Tronto si gode la festa: la città ha sempre saputo rialzarsi, trascinata da un popolo innamorato della propria squadra. Le maglie rossoblù rappresentano più di una squadra: sono un simbolo di identità, di appartenenza, di orgoglio cittadino.
Ogni rinascita è stata accompagnata da una nuova società, da sacrifici, da lacrime e sudore, ma anche da cori, bandiere e un tifo incondizionato che non ha mai abbandonato lo stadio Riviera delle Palme, nemmeno nei momenti più bui. E nel tifo, non sono mancati i tifosi di eccezione come Daniele De Rossi, ex capitano della Roma e oggi allenatore, che è un tifoso dichiarato della Sambenedettese.
Non è un caso isolato, ma il frutto di uno storico gemellaggio tra le tifoserie di Roma e San Benedetto del Tronto. Si tratta di un legame nato sugli spalti e cresciuto negli anni, fatto di rispetto, viaggi condivisi e valori comuni. Anche grazie a questo legame, la Samb ha saputo conservare un’aura romantica e affascinante nel panorama calcistico italiano
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